La stimolazione cognitiva nella Malattia di Parkinson: come, quando e perchè?

Quando valutare di intraprendere un percorso di stimolazione cognitiva nella Malattia di Parkinson? Perché valutarlo? A chi rivolgersi?

NEUROPSICOLOGIAPSICOEDUCAZIONEMALATTIA DI PARKINSON

Elisa Pini

12/17/20242 min read

CHE COS’E’ LA STIMOLAZIONE COGNITIVA?

La stimolazione cognitiva è un insieme di attività e interventi (di stampo non farmacologico) progettati per mantenere o migliorare le capacità mentali\ funzioni cognitive, come la memoria, l'attenzione, la concentrazione, il problem solving e il ragionamento. Questi esercizi aiutano la mente a rimanere attiva e possono essere particolarmente utili ed indicati per persone anziane, individui con lieve declino cognitivo o individui con demenza.

L'obiettivo della stimolazione cognitiva è favorire l'autonomia e migliorare la qualità della vita, utilizzando tecniche semplici e spesso creative, come giochi, esercizi su carta o attività pratiche, adattate alle esigenze e alle capacità di ciascuno e basati sulle attività e gli interessi della singola persona.

LA STIMOLAZIONE COGNITIVA NELLA MALATTIA DI PARKINSON: QUANDO VALUTARLA? PERCHE’ VALUTARLA?

Nel contesto della Malattia di Parkinson, la stimolazione cognitiva assume un ruolo fondamentale per affrontare i problemi cognitivi che possono accompagnarsi a questa malattia, come difficoltà di memoria, attenzione, concentrazione, pianificazione e risoluzione dei problemi. Questi sintomi, noti come declino cognitivo associato alla Malattia di Parkinson, possono peggiorare nel tempo, influenzando la qualità della vita e l’autonomia della persona.

A tale proposito è importante comunicare al proprio specialista di fiducia e riferimento (es. al neurologo) variazioni cognitive di rilievo quali, per esempio, insorgenza e persistenza di difficoltà di natura mnesica, episodi di confusione mentale o modificazioni comportamentali significative di modo da valutare assieme la necessità di effettuare una valutazione dello stato cognitivo (valutazione neuropsicologica). Sarà poi il neuropsicologo (uno psicologo specializzato nella valutazione e riabilitazione delle alterazioni cognitive e comportamentali) nel contesto di questa valutazione a valutare, congiuntamente con caregiver e paziente, la possibilità di intraprendere un percorso di stimolazione cognitiva.

OBIETTIVI DELLA STIMOLAZIONE COGNITIVA

La stimolazione cognitiva, attraverso esercizi specifici, mira a:

  1. Contrastare in generale declino cognitivo: Aiuta a mantenere attive le funzioni mentali, contrastando il peggioramento delle capacità cognitive.

  2. Migliorare l’attenzione, la concentrazione, le capacità di pianificazione e di problem solving: Favorendo la gestione in autonomia di attività quotidiane.

  3. Supportare la motivazione, il senso di autoefficacia e il benessere psicologico: Attraverso attività personalizzate e coinvolgenti, si riduce il rischio di isolamento sociale e deflessione del tono dell’umore, comuni nel Parkinson.

  4. Facilitare la relazione: Migliorando le abilità linguistiche, si agevolano le interazioni sociali e familiari.

  5. Formare il caregiver: attraverso interventi psicoeducativi.

Gli interventi possono includere esercizi di memoria, giochi per migliorare la concentrazione e la risoluzione dei problemi, attività di lettura o scrittura, adattati alla gravità dei sintomi e basati sulle attività e gli interessi della singola persona.

CONCLUDENDO

Affiancata da una terapia farmacologica e fisica (fiosioterapia), la stimolazione cognitiva contribuisce a un approccio multidisciplinare per migliorare la qualità della vita delle persone con Malattia di Parkinson.